cornicetraspL’adozione è una cosa bella, bellissima…
Siamo Alessandra e Cristian, sposati da 12 anni, insieme da 18… Da fidanzati (e non dev’essere stato un caso), già parlavamo di adozione…
E così fu, ci ritroviamo a scegliere (perché l’adozione si sceglie SEMPRE) di adottare. 
Iniziamo le pratiche al semplicissimo snello e veloce Tribunale dei Minorenni di Roma che ci dice che prima di dare disponibilità dobbiamo fare un corso con i servizi sociali per ricevere un attestato. Dopo 6 mesi ancora non ci chiamano, ci presentiamo spontaneamente, ci accolgono con gentilezza, facciamo questi incontri di gruppo dove capiamo che in realtà eravamo di fronte ad una selezione naturale…
Eravamo una ventina di coppie, con l’esperienza di ora, siamo sicuri che abbiamo adottato forse in 2-3…
Nel frattempo scopriamo che non ci avrebbero mai chiamati, il Tdm aveva sbagliato il nostro indirizzo.
Bene… siamo in buone mani.
Iniziamo a frequentare intanto un altro percorso bellissimo del Centro Pollicino “I bambini del mondo”, all’università Rm3, tutti muniti di appunti,  neanche fosse un esame, no infatti sembrava una corsa, come se uno rubasse il posto all’altro…
Trovo il coraggio di parlare con la “studentessa” accanto a me, le chiedo se ha già un’idea di quale Paese potrebbe scegliere, mi risponde “mmmhhh, l’importante è che sia bianco, non sono razzista, ma abbiamo già una figlia naturale, vedere un altro bambino troppo scuro in famiglia, sarebbe troppo”. Questa volta SPERO che ci sarà un’altra selezione naturale.
Finalmente inizia il vero percorso con i servizi sociali che onestamente, a parte la (apparente) lentezza, si sono dimostrate serie, comprensive, e ci hanno veramente formati. Otteniamo un’ottima relazione per 2 bambini!! Il Tdm di RM quello no, proprio non ne vuole sapere di organizzarsi, risultato 18 mesi per avere il decreto.
A quel punto, già stanchi di burocrazia, scegliamo un ente familiare; la responsabile ci scrutò per tutto il tempo come per voler leggere nelle nostre menti tutto quello che secondo lei non le dicevamo, non trovò nulla, diamo mandato! Maggio 2012, Paese FEDERAZIONE RUSSA.

A gennaio 2013 appare sul sito dell’ente un appello, bimba di 16 mesi, LPS, sindrome delle briglie amniotiche, mancanza di 10 dita tra mani e piedi. 
Dopo una breve consultazione con la famiglia, brevissima…, non gli abbiamo dato possibilità di appello…, ci proponiamo, preoccupati esclusivamente che qualcuno potesse proporsi prima di noi. L’ente ci fa l’abbinamento, la bambina (A.) vedendola in foto sembrava anche stare bene, è nata il giorno del mio compleanno!! ’È lei, l’abbiamo trovata!!!  Ci dicono che dato che era un appello, la pratica si sarebbe svolta in maniera velocissima, “andate a comprare la cameretta!!”.
È venerdì. Week-end sulle stelle! Lunedì, ce la tolgono, dicendo che i nonni se l’erano ripresa.
È un piccolo lutto, era la prima figlia, la prima gioia da genitori, non capiamo, non comprendiamo, come si può perdere l’abbinamento con un appello??? 
Dovemmo aspettare altri 7 lunghi interminabili mesi.
20 Luglio 2012 Arriva finalmente LA chiamata!!! Dall’altra parte del telefono la responsabile con più ansia di me e un filo di voce riesce a dire “Alessandra… Forse ci siamo… (come forse?)… è una femminuccia, si chiama C. ha 3 anni e 7 mesi, la cartella mm..ffzz..bbbrrr… beh poi la vediamo, ma vedrai che sta bene!”. Non capivo più assolutamente nulla, diluviavo lacrime, la mente si affollava di idee, ringrazio, grazie, grazie, ciao!  AM, grazie….!!!   “aspettaaaaa dove vai!!!” che c’è? “Ce n’è un altro!” Un altro che?  “E’ un maschietto, si chiama R. ha 2 anni e 3 mesi…” e non ricordo più niente, ero satura di felicità, l’indomani ripartiamo per l’abbinamento.
È Venerdì. Di nuovo. Accettiamo, week-end sulle stelle, il lunedì arriva la loro telefonata, “partite il 4 agosto!!!”    Oddio ma allora è tutto veroooooo!!!
Volo su Mosca, incontriamo la referente Russa, non posso non chiederglielo,  “A. che fine ha fatto??”.  Ci dice immediatamente che è andata in adozione ad una coppia benestante di Sanpietroburgo. Meglio, almeno sappiamo che sarà in buone mani.
6 agosto proseguiamo per Perm, ci preparano all’incontro… la referente, poi l’interprete, poi l’assistente sociale, poi il direttore generale, poi il direttore dell’istituto, poi le tate, e finalmente… no, c’è ancora la dottoressa. Dottoressa che rilegge le cartelle sanitarie dei bambini, ci tappiamo ancora le orecchie, non ci interessa, insiste col dire che R. grida grida e odia gli estranei e che C. è talmente gelosa che potremmo perderla, due ore, parla parla, non mi sento più le gambe ne il respiro, senza neppure accorgercene entrano per manina! Cos’è sta nuvola bianca…? Quanto sono belli… meravigliosi sti due paperotti… oddio sono loro!!!! Sono per noi!!! E la vita inizia!
Tremavamo, avevamo paura anche a toccarli per non spaventarli, piange R. piange gridaaa (avevano ragione), lei mangia una mela senza alzare lo sguardo (sembrava) in realtà ci studiava ahh se ci studiava la signorina! Per niente timida scopriamo immediatamente una passione in comune, i puzzle! Vince lei, caspita è particolare, li fa in verticale!! Lui intanto mangia (lo fa ancora ora, mangia sempre), dolci, merendine, tutto quello che gli passavamo per non farlo piangere, il tempo di ingoiare e ancora gridaaaaa! Finisce l’incontro, eravamo stravolti, sconvolti, stanchi, ci hanno messi KO! Non vediamo l’ora che arrivi domani! Altri incontri, stavolta le grida le sentiamo dalle scale (oh mamma) non ci voleva proprio stare lui… dopo 1 ora e mezza di grida e pianti, finalmente si abbandona tra le mie braccia. È cotto. Lei ci studia, ci osserva, conta (sicuro) i minuti che stiamo con R. e i minuti che stiamo con lei, 40/60 per lui, mette il muso, non mi guarda più. Li accompagnamo alle scale, se ne va senza salutare, offesa, sale, ma un attimo prima di sparire dalla visuale, si gira!!! È tremenda! Lo è ancora!
Terzo giorno di incontro, R. non grida, ma gioca da solo, non c’è verso di avvicinarlo, C. invece non si stacca un secondo. Mi prende per mano, mi porta da una signora che camminava al di fuori del reticolato, mi presenta (tutto in russo), alza il braccio in segno di vittoria mano nella mano con me e grida “QUESTA E’ MAMMAAAAA!!!” Stella mia!!!!!!!!!
 Ci chiedono se vogliamo firmare l’accettazione dell’abbinamento…  (ma che domande sono??).  Si riparte per Roma, il distacco è traumatico. Pianti accorati di lei (lui no, si sentiva più tranquillo lì…), i nostri pianti sommessi per non farci vedere, il terrore di non rivederli, questa parte è terribile.
15 Novembre 2012, si riparte, andiamo per la sentenza, qui siamo stati fortunati, solo 2 ore e mezza in piedi tesi come due stoccafissi (tra l’altro già eravamo a -11°), il giudice si fa rosso di nervosismo, continua a chiedere come sia possibile che in tutta la Russia non ci sia una famiglia che li voglia adottare (giudice Dio li ha dati a noi), e finalmente le fatidiche parole “Auguri, siete diventati genitori di R. e C. !!!!!!!!” 
Si sciolse anche il giudice, non era poi così duro, nazionalista senz’altro.
 Ripartiamo ancora per Roma, sapendo che saremmo tornati dopo qualche settima (che sembrò un’eternità), dovevano passare 30 giorni affinché la sentenza passasse in giudicato. Ma noi li raggiungiamo 4 giorni prima perché C. piangeva moltissimo e R. gridavaaaaaaa.
20 Novembre 2012 Famiglia PER SEMPRE!!! Andiamo a prendere i nostri figli! Li spogliamo completamente e li rivestiamo con gli abiti portati per loro (funziona così, è una nuova nascita). A C. riconsegnano la prima bambola che le abbiamo regalato, erano una mamma e una figlia che si tenevano per mano, la mamma torna con noi, la figlia avrà fatto compagnia a qualche altra bimba, un pezzetto lasciato in Russia, torneremo.
Un veloce saluto agli altri bambini e viaaaaaaa si parte per inizare la vita insieme!
Nessuno dei due piange o grida. Silenzio assordante in macchina.

I giorni a seguire abbiamo iniziato a conoscerci, non sono molto diversi da ora, lei è sempre curiosa e gelosa, lui mangia mangia, piange spesso, grida di meno però!
Dopo 4 giorni ripartiamo per Mosca, e dopo altri 4 giorni ripartiamo per Roma. Beh ripartiamo… prima si rompe la macchinetta per i visti, poi l’allarme bomba all’albergo, poi la nevicata più grande degli ultimi 40anni, tant’è che siamo stati l’ultimo aereo a partire, dopodiché Mosca rimase bloccata per 3 giorni… (a -21° non si sta tanto bene).
Sono quasi 4 anni che siamo famiglia, sono stati anni duri soprattutto i primi 2, gli anni delle scoperte, gli anni del recupero del tempo perso, gli anni dell’amore sconfinato che proviamo l’uno per l’altro, gli anni delle soddisfazioni che crescono con il loro crescere.
 Oggi sono due bambini sereni e felici, e questa è la nostra gioia di vita più grande!
 Qualche giorno fa, gli abbiamo chiesto di fare un disegno sul tema dell’adozione, hanno scelto l’incontro, con la casa dei bimbi di Russia, i bimbi (tanti), mamma, papà, la tata, l’aereo, una strada lunghissima e tortuosissima e con su scritto “L’adozione è una cosa bella, bellissima, perché ci fa battere forte il cuore, perché ci avete trovato”.

L’adozione è un percorso spesso duro, pieno di imprevisti, a volte un vero e proprio calvario tra burocrazie assurde e totale assenza di informazioni, ma di certo, la parte più difficile, l’attesa più dura, è quella dei bambini, nessun bambino dovrebbe crescere senza una famiglia.

L’adozione è contagiosa… E la storia continua…

Alessandra e Cristian